I – II – III –

Allegro (in forma sonata su motivo russo) Andante (Lied)

Allegro (ripresa I)

Il concerto in Fa diesis minore di Sergei Koussevitzky rappresenta una serie di appunti musicali che il compositore ideò intorno al 1905. Una volta sviluppato il concerto accompagnò il grande musicista russo durante il culmine della sua carriera solistica. A cominciare dall’accordatura Egli seguì le orme dei suoi predecessori Dragonetti e Bottesini, innalzando l’intonazione dello strumento di un tono per corda, rendendo così più brillante il timbro del contrabbasso altrimenti grave e scuro.

I vari temi disseminati nel concerto vennero poi, saldati con legature armoniche dal Koussevitzky stesso aiutato in gran parte dal suo amico e compositore Glière, notizia che fu smentita in parte dalla vedova del Koussevitzky in una intervista degli anni ’70.

Non esiste nel Concerto una vera e propria separazione dei tre movimenti, in base al tradizionale assetto strutturale: tra il primo e il secondo Koussevitzky sembra, ad esempio, evitare la soluzione di continuità, anzi prepara addirittura l’introduzione dell’Andante nelle due ultime misure dell’Allegro iniziale, il quale termina in sospensione su un accordo coronato di settima (in realtà una sesta eccedente tedesca, se più correttamente scritta con si# invece di do).

Esempio n.1: Sintesi generale del concerto

Schema Formale del Concerto per contrabbasso op. 3 di Serge  Koussevitsky
I /Allegro ( in 4/4 ) Esposizione Sonatistica II/ Andante ( in 3/4 ) Lied III/ Allegro in ( 4/4 ) Ripresa Sonatistica
Introduzione (bb. 1-20)

I Tema
(bb. 21 – 61)

Codette e Transizione (bb. 61 – 86)

II Tema
(bb. 86-128)

Coda
(bb. 128-148)

Intro su motivo russo (bb. 1 – 4 )

I Tema (A) Tema cantabile (bb. 4 – 31 )

II Tema (B’) (bb. 32 – 48 )

Tema di transizione (C) (bb. 49 – 66 )

Interludio Orchestrale (bb. 67 – 69 )

III Tema (A’) (bb.70 -84 )

Introduzione (bb. 1-20)

I Tema
(bb. 21 – 61)

Intervento Orchestrale (bb. 41 – 44 )

II Periodo più che elaborativo del primo tema.
(bb. 45 – 60 )

Intervento Orchestrale (bb. 61 – 65 )

II Tema fusione tematica sviluppativa del primo e secondo tema
(bb. 66 – 92 )

Codette virtuosistiche (bb. 93 -107 )

Finale enumertivo-epifanico (bb. 107 – 124)

Lo spartito per contrabbasso e pianoforte del Concerto op. 3 in fa# minore composto nel 1905 da Serge Koussevitzky è l’unica versione originale fino ad oggi conosciuta dell’opera. Essa appare, sin da una preliminare lettura, come una sorta di work in progress, una prima bozza preparata dal compositore, mai più definita e, successivamente, orchestrata in diverse versioni per mano di altri autori.

Analisi del primo movimento
Esempio n.2: Schema formale del I Movimento

I/ Allegro – Esposizione sonatistica
Introduzione I Gruppo tematico II Gruppo tematico
I Tema introduttivo orchestrale (bb. 1-7):

1° Intervento

a capriccio

del solista “deviante” (bb.7-10)

Reiterazione
in climax del
Tema introduttivo orchestrale

(bb. 10-17):

2° Intervento

a capriccio

del solista “assecondante” (bb.17-20/21)

I Tema in 1a esposizione cantabile
(bb. 21/22 – 40)Intervento orchestrale (bb. 41-45)

I Tema in 2a esposizione cantabile sviluppativa (bb. 45-61 )

Codette virtuosistiche di contrappunto al motivo tematico all’orchestra
(bb. 61-77)

Introduzione:
Intervento orchestrale
(bb. 77-82 )
Intervento introduttivo
a climax del solista (bb.82-85/86) subito collegato alII Tema in 1a esposizione in Fa# minore plagale (bb. 86-109)

II Tema in
2a esposizione sviluppativa

(bb. 110-127/128)

Codette virtuosistiche e Coda concertante su echi del II Tema (bb. 128-148)

Il primo movimento con la sua introduzione ( battute da 1 a 20 ) può definirsi di carattere russo, ma dobbiamo far notare che la matrice è il periodo romantico europeo. Questa intro ha anche funzione di attesa prima dello sfoggio virtuosistico dello strumento. Dalla misura 7 alla misura 10 e dalla misura 17 alla misura 20 troviamo due interventi che possiamo benissimo chiamare a capriccio (ricordano per sommi capi il concerto per violino di Tchaikovsky e proprio questi due interventi ci fanno pregustare l’attesa del primo tema.
Come risulta visibile dall’esempio 3, l’introduzione si sviluppa attraverso un periodo binario a suddivisione ternaria ripetuto in alternanza a due interventi preludianti (a capriccio) deviante

prima (bb.7-10) soprattutto per l’intervallo di quarta discendente nella misura 10 ( interrogativo ) e assecondante poi (bb.17-20) perché come una staffetta il solista prende le ultime frasi dell’intro orchestrale per introdurre il primo tema. L’introduzione è la cellula ritmica generatrice dei temi del concerto, eseguita dai i corni ha un carattere celebrativo che possiamo definire di clamosa – peonico ed è fortemente ritmico nelle misure che vanno da 1 a 4 invece nelle misure che vanno dalle 5 alla 7 assume carattere di spinta accelerativa per l’entrata della risposta preludiante, a capriccio, del solista, che “provocato” dall’orchestra da un’iniziale estemporaneità dei suoi interventi – al modo del paradigma concertistico Tchaikovsky si porta ad enunciare il tema ver

Condividi su: